sabato 4 agosto 2012

Le politiche liberiste e la finta sinistra

Ancora una volta Vendola si presta al ruolo illusionista per far credere che quella del liberismo non costituisce una ponderata e determinata scelta di campo e di classe, ma una politica temporanea che può e che deve essere adottata, come sta facendo l’attuale governo, solo in una situazione di emergenza. Tale politica dovrebbe essere abbandonata una volta superata tale emergenza. La demagogia e la mistificazione di tale posizione sono evidenti. Come è possibile ragionevolmente sostenere che alla fase delle ripetute “riforme” che l’attuale governo ha prodotto, che hanno determinato l’aumento delle disuguaglianze e dell’ingiustizia sociale e di classe, si possa pacificamente e semplicemente invertire la rotta e restituire ai discriminati il maltolto. Tanto più se è individuato come causa scatenante della crisi, visto che solo su questo ha agito il Governo per “uscire dalla crisi”? Il Governatore Vendola, e a Bersani non pare vero, tenta di far credere che anche la scelta del liberismo, decisa dal Partito democratico, non sia definitiva e strategica, ma sia dettata unicamente da una situazione contingente e tattica. Poco importa se questa scelta ha portato a privare la maggioranza degli italiani del diritto al lavoro o a una retribuzione dignitosa, unica condizione per un’esistenza libera, com’è teorizzato nella Costituzione italiana. Poco importa se la loro politica ha cancellato i diritti dei cittadini per renderli compatibili allo spread e all’insaziabile voracità degli speculatori finanziari. Solo con la fiducia e la coesione sociale può esserci sviluppo. E’ quanto costoro, con l’insostituibile apporto del Presidente della Repubblica, stanno sostenendo da tempo. Coesione sociale che cercano di perseguire cercando di far credere che i “sacrifici” sono necessari per salvare il Paese nel quale siamo tutti sulla stessa barca e che è interesse di tutti nello stesso modo accettare sacrifici e rigore per uscire dalla crisi. Tagliare però le pensioni, i salari, i diritti dei lavoratori, cancellare lo stato sociale, aumentare le tasse dirette e indirette che gravano solo sui redditi fissi di chi ha sempre pagato mentre si graziano i ricchi proprietari e gli speculatori finanziari, non è una necessità oggettiva e obbligata, ma una scelta di classe. Essa aumenta il privilegio e l’ingiustizia sociale perché, mentre consente ai chi è ricco di continuare ad arricchirsi, getta nella fame e nella disperazione masse crescenti di lavoratori e di giovani perché li priva del lavoro e di un reddito sufficiente e con essi della loro libertà. La violenza di classe in atto è inaudita e il padronato capitalista e confindustriale che con la collaborazione di quei partiti e personaggi politici e sindacali che si fingono di sinistra, ha goduto in questi anni di una condizione di rendita insperata che lotterà con le unghie e con i denti per mantenere. Il presidente della Puglia invece è impegnato in tutt’altre faccende, egli si dichiara pronto a partecipare a coalizioni che comprendano “tutti quelli che vogliono modernizzare l’Italia” e che abbiano al centro “i diritti sociali e civili delle persone, come i diritti delle coppie gay”. Anche Vendola vuole dare ad intendere che davanti alla crisi spariscono differenze sociali e di classe e che occorra semplicemente “modernizzare il Paese” che, quindi il disoccupato, il precario, il lavoratore o il pensionato possono stare tranquilli, essi hanno gli stessi problemi del ricco e dello speculatore che determinano la crisi e che grazie a essa continuano ad arricchirsi. Riferendosi al partito di Casini poi, dopo dichiarazioni e smentite su una possibile alleanza, Vendola sostiene di non porre veti ma fa una constatazione: ” Casini ha fatto un altro percorso e le sue posizioni, ad esempio sui diritti civili, sono sempre state antitetiche a quelle del campo progressista. Così anche per le politiche economiche, se la linea dei centristi è quella di austerity e liberismo da qui all'eternità, Casini potrà essere solo un nostro avversario, mai un alleato”. La battaglia per i diritti civili è giusta e sacrosanta ma non rappresenta una discriminante politica. Essa, infatti, non è e non è mai stata un’esclusiva delle organizzazioni dei lavoratori e dei comunisti, ma è stata oggetto di battaglia e di iniziative anche di organizzazioni politiche laiche che però nulla hanno a che vedere con la lotta di classe contro l’ingiustizia sociale. I radicali e i liberali, in materia economica sostengono, infatti, le più agguerrite e antipopolari teorie liberiste, classiste e padronali. Vendola volutamente sorvola sul fatto che il Pd e Bersani, con i quali l’alleanza elettorale non è in discussione hanno votato le stesse leggi liberiste che ha votato il partito di Casini. Leggi che hanno prodotto le politiche dell’austerity e del rigore a senso unico. Non è quindi il campo economico e sociale a costituire ostacolo a un patto elettorale con Casini e …. con Fini. Vendola e Bersani, nel mentre col centrodestra cercano di confezionarsi una legge elettorale su misura, stanno con tutte le loro forze tentando di recuperare il consenso dei discriminati che hanno essi stessi colpito con il loro voto. Tentano di far credere di voler lavorare per una coalizione progressista (?) con la prospettiva, annunciata dal leader Pd, di un patto di legislatura con i moderati del centro subito dopo le elezioni. Risultano giuste in proposito le parole di Di Pietro che ha definito Bersani e Vendola “furbacchioni politicanti in cerca di pubblicità” e naturalmente di voti. Le scelte liberiste portate avanti, infatti, indifferentemente da governi di centrodestra e di centro”sinistra” sono le sole che essi conoscono. Essi non sono fra loro in contrapposizione, semplicemente competono per la sedia a capotavola rappresentando due variabili della stessa politica liberista del padronato. In Italia non trovano spazio, neanche nelle cosiddette sedi istituzionali, i comunisti e le forze che si collocano su un piano antagonista al sistema capitalista nella sostanza e non solo nelle apparenze. Avere chiaro tutto ciò è indispensabile per smascherare i tentativi di chi vuole ingabbiare definitivamente all’interno delle logiche liberiste e liberticide i discriminati. E’ questa una condizione indispensabile per affrontare le future lotte basando su un punto di vista di classe e di alternativa sociale l’iniziativa politica e le lotte che ci aspettano.