giovedì 24 gennaio 2013

Confindustria presenta la sua piattaforma rivendicativa

Una volta erano le organizzazioni sindacali che presentavano al padronato e al Governo le rivendicazioni per migliorare le condizioni di lavoro e vita dei lavoratori: Richieste di miglioramenti economici e normativi, di lotta all’inflazione, conquista e miglioramento di un sistema d’indicizzazioni di salari e pensioni per tutelare i redditi di lavoratori e pensionati, lotta per l’occupazione per costringere il padronato a investire i capitali per creare lavoro, di lotta alla rendita parassitaria, di detassazione dei generi di prima necessità (contro aumenti di sole 10 lire il litro erano proclamati scioperi generali di 24 ore), di nuovi servizi e potenziamento della sanità pubblica, di riforme migliorative del sistema sociale, ecc. Oggi, davanti alla connivente assenza e tradimento dei “sindacati ufficiali dei lavoratori” è il padronato, tramite Confindustria, che presenta le sue richieste e batte cassa. Le richieste di Confindustria, contenute in un documento da un titolo altisonante e ammiccante ”Il progetto CONFINDUSTRIA per l’ITALIA: crescere si può, si deve” non rappresentano novità ma ricalcano sostanzialmente le posizioni tipiche che il padronato ha da sempre. Di queste i punti più rilevanti sono: 1) Trattamento agevolato per le imprese nei pagamenti dello Stato; 2) Detassazione Irap e taglio dell’8% del costo del lavoro (somme che le aziende versano all’Inps per ogni lavoratore occupato in base al tempo di lavoro). Questi soldi sono salario dei lavoratori differito e non delle imprese. Confindustria vuole ottenere, dal futuro Governo un 8% di risparmio, mentre dal Governo di centro “sinistra” Prodi ottenne un taglio del 5%. Dare alle imprese i risparmi ottenuti attraverso tagli del costo del lavoro significa togliere salario e soldi ai lavoratori per darli ai padroni; 3) Aumento dell’orario annuale di lavoro (40 ore); 4) Lo Stato con i soldi dei contribuenti deve aumentare del 50% gli investimenti per le infrastrutture (servizi per le imprese), finanziare le imprese per la ricerca e abbassare loro i costi dell’energia, dando soldi e incentivazioni pubbliche agli industriali (naturalmente l’utile e il profitto restano privati); ridurre il peso del fisco sulle imprese; ridurre le regole e gli “ostacoli” al fare impresa; 5) Rendere effettivamente flessibile il mercato del lavoro in entrata e in uscita; Tutto questo in cinque anni porterebbe all’aumento dell’occupazione e dei salari, con ricadute positive sui consumi e sui dati economici dello Stato. Il padronato presenta, con questo suo documento, ai partiti e ai suoi dirigenti candidati alle elezioni negli schieramenti di centrodestra, centro e centro”sinistra” i suoi desideri e chiede a gran voce che essi siano esauditi, non per i loro interessi e profitti ma per il bene dell’Italia, naturalmente. Sembra di rileggere l’accordo sindacale “Sulla politica dei redditi, la lotta all'inflazione e il costo del lavoro” del 31/7/1992. Con questo accordo il sindacato accettava consentiva l’abolizione dello strumento di difesa dei salari, la scala mobile, e legava i redditi dei lavoratori non più alle condizioni di vita dei lavoratori, ma a una famigerata “politica dei redditi”. Politica che doveva essere di contenimento di tutti i redditi in base “all’inflazione programmata” ma che ha determinato, grazie anche all’euro e alle politiche di aggressione del padronato e di tradimento dei sindacati ufficiali, l’arretramento e il taglio dei salari (a oggi tornati ai livelli del 1986) con il conseguente impoverimento dei chi lavora e l’aumento dei profitti con la conseguente crescente concentrazione della ricchezza nelle mani di pochi peperoni. Il nuovo vangelo liberale vincente finora grazie alle politiche di cedimento del sindacato e di una sinistra scopertasi liberale e mercantilistica si impone trionfalmente. Tutta la campagna elettorale sarà centrata sui diktat padronali. La CGIL che non si è opposta alle “riforme” liberticide per i lavoratori, del Governo Monti, non chiede ne ha chiesto la cancellazione di nessuna delle controriforme del lavoro e delle pensioni di questi anni, ma solo qualche correzione e misure aggiuntive che però partono dall’accettazione di quanto sanzionato. Questo sindacato ha in programma una sua conferenza programmatica nel contesto della campagna e dei messaggi elettorali. A questa conferenza partecipano come invitati Bersani, segretario del Partito Democratico, Vendola, segretario di Sinistra ecologia e libertà e …. Giuliano Amato colui che ha varato da Presidente del Consiglio la “politica dei redditi” e la cancellazione della scala mobile, nonché pensionato di platino e futuro candidato alla presidenza della Repubblica. E’ proprio un bel programma. I lavoratori possono stare tranquilli c’è chi pensa per loro e …. li sistema definitivamente.