mercoledì 5 dicembre 2012

La politica delle alleanze o l’annacquamento dell’alternativa.

L’attuale fase politica registra continue manovre antipopolari e discriminazioni sociali inedite negli ultimi sessanta anni. Esse passano senza suscitare lo sdegno, la rabbia o le risposte di massa che sarebbero naturali e adeguate, da parte di coloro che sono colpiti. Tutto questo perché quanto avviene non è percepito come il risultato di un feroce e prolungato attacco di classe da parte del padronato, qual è quello in atto ma sacrifici e “rigore” necessari, nonostante tutto, pur se dolorosi per allontanare dal Paese prospettive peggiori. Il fatto che a pagare non siano tutti ma sempre i soliti non è percepito e inteso come il risultato di una cosciente strategia di classe perseguita con determinazione dal capitale, ma come conseguenza di corruzione e incapacità politiche di tutti i partiti che si scaricano su tutti, i lavoratori certo ma anche le aziende e gli imprenditori onesti. Non c’è rabbia o protesta alcuna sul fatto che le sperequazioni e sugli impoverimenti di massa fanno il contrappeso ad arricchimenti spropositati di pochi e ingiustizie sociali crescenti. Non è avvertita la linearità e chiarezza dell’attacco di classe in atto. Se questo è vero i comunisti e i loro partiti dovrebbero prenderne atto e interrogarsi sulle cause di tutto ciò. Si parla in questi giorni di lista arancione o quarto polo, arricchendo il politicamente sfruttato pastello di colori, verde, viola e arancione, confondendoli con il rosso. Lo stesso discorso vale con le sigle politiche elettorali proliferate negli ultimi quindici-venti anni: Ulivi, progressisti, sinistra arcobaleno e quarto polo, annacquando fino a spegnere del tutto, il messaggio anticapitalista e antagonista su base di classe dei comunisti. Il risultato è stato non solo la fuoriuscita dei comunisti dal Parlamento ma soprattutto la perdita del consenso dei cittadini e l’immagine residuale che intorno ai comunisti si è andata costruendo. L’unità con le altre forze antagoniste è una preoccupazione sempre presente ai comunisti. Questa però non deve prevalere sulla chiarezza del messaggio come da troppo tempo sta avvenendo. Il Partito Comunista Italiano, nella sua storia, ha sempre tenuto in grande considerazione la politica delle alleanze con altre forze e movimenti della sinistra. Queste poggiavano però sulla presenza e forza di un partito di massa come era il Pci, radicato e riconosciuto, anche grazie alle lotte e al contributo dato nella lotta di Liberazione e della Resistenza, come alternativo al sistema e a schierato a difesa dei deboli e dei discriminati. Su queste basi il Pci costruiva alleanze e aggregazioni, a partire dagli indipendenti di sinistra, con chi si opponeva al sistema. Perlomeno fino a che il Pci, o meglio i suoi dirigenti hanno “scoperto” il liberismo. Possiamo dire che oggi vi siano le stesse condizioni? Un’infima presenza in Parlamento, annacquata all’interno di una coalizione multicolore, pur se rispettabile, se può appagare le ambizioni di qualcuno, non farà ancora per molto tempo, emergere il messaggio alternativo e di classe dei comunisti e si allontanerà la prospettiva di una stagione di riscossa. Torneranno le logiche e le “opportunità” politiche delle alleanze anche con il Partito democratico nonostante sia stato il promotore e l’artefice del massacro sociale in atto e che promette e rivendica, se vincerà le elezioni, la perfetta continuità con la politica antipopolare del Governo Monti. Questo pronunciamento è alla base del patto elettorale del centrosinistra e ne costituisce vincolo. E’ assurdo solo immaginare che una vittoria elettorale del Pd riconquisterebbe quel partito alle ragioni dei discriminati o che sia possibile e credibile modificare, con quel partito, l’attuale politica economico-finanziaria a vantaggio dei lavoratori Occorre invece che, pur in una logica di alleanze, i comunisti con forza e determinazione sollevino la loro bandiera, i loro simboli e il loro colore. Le loro analisi rappresentano l’unica credibile forza capace di ribaltare la situazione. Occorre crederci. Può certamente essere difficile e faticoso. Si può andare certamente incontro a sconfitte elettorali, ma è indispensabile se si vuole costruire un’alternativa etica, morale e politica al sistema attraverso il coinvolgimento e il consenso delle masse. I comunisti devono con coraggio e determinazione e contrapporre al liberismo galoppante e ora vincente dei padroni, un’altra utopia, quella degli sfruttati e degli oppressi: La lotta di classe e il Comunismo. I comunisti non rappresentano un’alternativa, ma l’alternativa al sistema capitalista e a tutte le ingiustizie che esso determina.