sabato 12 novembre 2011

La “coerente responsabilità" del Partito democratico.

1) Il 14 ottobre il Governo Berlusconi ha ottenuto per la cinquantunesima volta la fiducia del Parlamento mentre “l’opposizione” di centro”sinistra” ha disertato la votazione e non si è opposta.
2) L’otto novembre il Governo sul rendiconto generale dello Stato ha ottenuto 308 voti perdendo la maggioranza alla Camera dei deputati. Il centro”sinistra”, pur presente in aula non ha votato, permettendo così l’approvazione del provvedimento.
3) L’11 novembre il senato della Repubblica ha approvato il disegno di legge di Stabilità (finanziaria). Il centro”sinistra”, con l’esclusione dell’Italia dei valori di Di Pietro che ha votato contro, non ha partecipato al voto.
4) Oggi 12 novembre si è ripetuto alla Camera, dove il centrodestra non ha la maggioranza, lo stesso scenario. Il disegno di legge di Stabilità, voluto dall’Unione europea, che produce un vero e proprio massacro sociale, è passato anche in questo caso solo grazie alla decisione di non partecipare al voto “dell’opposizione” come se la cosa non la riguardasse, con i voti minoritari del centrodestra, del terzo polo. I soli voti contrari (26) sono stati quelli dell’Italia dei Valori.
Che opposizione è mai questa? Il suo comportamento lungi dal proporre ricette alternative e dal creare ostacoli alla politica discriminatoria del Governo, ne facilita l’approvazione. Ogni volta il pretesto è diverso. Quello che conta, però, è la sostanza. Nonostante l’incomunicabilità di facciata e le liti di circostanza con Berlusconi, il centro”sinistra” facilita la sua opera di macelleria sociale e ne diventa complice.
Con la caduta del Governo, causata non dall’azione dell’opposizione parlamentare o dalla spinta delle lotte di piazza, che gli oppositori di circostanza si sono guardati bene dal promuovere, ma per un’implosione interna allo stesso popolo delle libertà (delle libertà di Berlusconi e dei padroni), si apre uno scenario che, per “l’opposizione” è in naturale continuità. Quella cioè di sostenere la necessità, non un pronunciamento popolare del popolo caprone ( sarebbe pericoloso), di quel popolo che è costretto come sempre a pagare, ma della formazione di un Governo “tecnico” a guida dell’esperto economista Mario Monti (nominato negli scorsi anni commissario europeo da Berlusconi e confermato, tanto per cambiare, dal governo di centro”sinistra” presieduto da D’alema, in coerente continuità).
E’ chiaro a tutti che il governo "tecnico" è solo una formula letteraria, intrinsecamente truffaldina, tesa a far credere una neutrale oggettività delle misure che si vogliono adottare, come se la Bce fosse un prodotto dell'Accademia delle scienze e le sue ricette equiparabili a un postulato della fisica. In realtà, non esistono, non sono mai esistiti e non esisteranno mai governi tecnici. Tutti i governi sono politici. Più di tutti quelli che dissimulano i propri intendimenti attraverso il travestimento tecnocratico. E’ quello che i lavoratori hanno imparato dal “tecnico” Dini che, proveniente dal centrodestra (in cui oggi è tornato), presiedette il primo governo “tecnico” con i voti del centro”sinistra”. Governo che inaugurò l’iter di azzeramento del sistema previdenziale pubblico e delle pensioni di anzianità, portato avanti poi indifferentemente dai vari governi Prodi e Berlusconi in perfetta continuità fra loro.
Il comportamento tenuto dal centro”sinistra” e dal Partito Democratico che permette, se all’opposizione, o decreta in prima persona pesanti attacchi alle condizioni di vita dei discriminati, se al governo, da troppo tempo certifica, se ce ne fosse ancora bisogno, la sua rinuncia a svolgere il compito di rappresentanza e di difesa degli oppressi e dei loro bisogni e chiarisce la sua collocazione sociale e politica nel campo del mercato e delle compatibilità capitaliste. Come da tempo anche il Partito Democratico esplicitamente va teorizzando e rivendicando.

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