sabato 10 marzo 2012

L’informazione in un paese “democratico” ovvero l’indottrinamento del potere per il popolo caprone

Televideo Rai del 10 marzo 2012:
Raid Israele a Gaza, morti 12 palestinesi
Sale a 12 palestinesi morti e 19 feriti il bilancio di una serie di raid israeliani effettuati da ieri pomeriggio sulla Striscia di Gaza. Lo si apprende da fonti mediche palestinesi. Si tratterebbe di miliziani. L'offensiva israeliana è stata lanciata dopo che una quarantina di razzi e di colpi di mortaio erano partiti dalla Striscia verso il sud d'Israele ed avevano provocato il ferimento di 4 persone, una in modo grave, secondo quanto rende noto l'esercito di Tel Aviv.
Il Corriere della sera di oggi, riporta sostanzialmente la stessa notizia solo che la reazione israeliana è giustificata dall’ “attacco” palestinese con il lancio non 40 ma più di 80 missili che avrebbero causato il ferimento non di quattro ma di otto persone.
Questi avvenimenti tragici vedono pagare sempre il popolo oppresso palestinese un contributo di sangue sproporzionatamente più alto di quello degli israeliani che sarebbero, diversamente dalla realtà, “aggrediti”. E’ evidente la mistificazione operata dagli organi dell’informazione. Essi sono perennemente in competizione fra loro nell’opera volta a presentare i palestinesi come un popolo di terroristi e aggressori e i soldati e il governo israeliano come paladini della libertà, costretti a intervenire con le armi, loro malgrado, solo dopo ripetute provocazioni.
Poco importa se, come riporta il giornale della Confindustria nel sottotitolo della stessa notizia, a causare la reazione palestinese sia stata la morte (o assassinio) di un leader della resistenza venerdì dopo il lancio, naturalmente provocatorio, di due colpi di mortaio contro Israele. Un altro “democratico” raid israeliano ha ucciso, in quell’occasione, il leader dei Comitati di Resistenza Popolare Zuhir al-Qaisi e il genero che secondo l'esercito, stavano preparando un grave attentato in Israele al confine con l'Egitto.
Questo modo di presentare le notizie, degno di una propaganda di regime, non è teso a “informare” l’opinione pubblica ma a convincerla che, in sostanza, i palestinesi se la stanno cercando.
I palestinesi, infatti, a differenza dei militari israeliani, che eliminano solo pericolosi terroristi, se la prendono con le” persone” inermi e democratiche.
I palestinesi, infatti, non sono persone ma militanti o miliziani, cioè terroristi. Essi non sono brutalmente uccisi dall’esercito occupante israeliano, quando opera con i più sofisticati ordigni militari, ma, semplicemente, semplicemente muoiono in occasione dei raid.
L’esercito militare israeliano, davanti all’ipotesi della preparazione di un attentato, non ha bisogno di prendere delle misure precauzionali e prevenire, non ha nemmeno bisogno di celebrare alcun processo né di emettere alcuna sentenza di condanna: passa immediatamente all’esecuzione della sentenza di morte (assassinio?) dei “rei”, colpevoli di rivendicare il proprio diritto su territori strappati loro con la prepotenza e la forza delle armi e trattenuti arbitrariamente. Essi sono colpevoli preventivamente, prima ancora di aver attuato il loro intento criminale: Quello di lottare per essere liberi sulla loro terra, con una loro Patria riconosciuta e di non essere continuamente derubati dalla politica neocoloniale e aggressiva degli “insediamenti dei coloni” israeliani.
Come per altri casi simili, anche questa volta, non si leverà alcuna voce di condanna: i rappresentanti delle istituzioni e i partiti tacciono, gli organi d’informazione, nella quasi totalità dei casi, smorzano la gravità e drammaticità del massacro con titoli asettici che nascondono la realtà, le responsabilità e le proporzioni.
Questo è il modo in cui i paesi “democratici” intendono la libertà e il diritto dei popoli. L’Onu, di tanto in tanto, delibera e gli eserciti dei paesi “democratici” intervengono in difesa della “libertà” e della “democrazia”, ma solo se a loro conviene e se ci sono materie prime (leggi petrolio o altre risorse energetiche) o altri tornaconti economici o militari. In assenza di questi, i popoli possono tranquillamente continuare a subire, perché i paesi “democratici” addormentano le coscienze e con esse il senso del diritto.
Nessuno di costoro si preoccuperà se il popolo palestinese e i suoi legittimi rappresentanti continueranno a subire la prepotenza militare e coloniale del governo e dell’esercito israeliano, se i leader e i legittimi rappresentanti palestinesi continueranno a essere uccisi attraverso “operazioni militari” del “democratico” paese di Israele.

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