La situazione politica e quanto avviene nel Paese, per ultimo la manifestazione della Cgil di ieri, richiedono un’attenta e approfondita analisi degli interessi economici e sociali che i vari soggetti politici rappresentano e tutelano e sui quali intessono le loro concrete strategie. Tutto questo al di là di affermazioni demagogiche, fatte per ottenere consensi a buon mercato.
Nella manifestazione nazionale della Cgil di ieri, sia da parte del sindacato stesso, sia da parte dei manifestanti con i loro slogan che da parte dei “politici”, è stato rappresentato l’insieme dei problemi che riguardano i discriminati, che i partiti e la Cgil dichiarano di rappresentare e difendere. O, almeno, danno a intendere di essere interessati a farlo.
Un aspetto fra quelli più richiamati è stato senza dubbio l’unità dei lavoratori e dei partiti che a loro si richiamano, o che comunque sono all’opposizione. Unità che avrebbe come scopo immediato la cacciata del governo e prima di tutto del suo leader.
Sarebbe ben difficile non essere d’accordo su questo punto: più forte è la spallata più certa e rapida è la cancellazione di questo esecutivo.
Berlusconi è il rappresentante politico, al di là delle ”note di colore” o delle vicende da gossip, che ha rappresentato gli interessi padronali e della Confindustria (e di se stesso) in maniera più aperta, riuscendo a stravolgere il sistema politico e sindacale nel paese. Quello che è peggio e che l’ha fatto con il consenso dei cittadini, grazie alla sua demagogia populista, alle sue televisioni e ai suoi giornali. Berlusconi è stato capace di far prevalere nella società italiana e tra i cittadini i suoi valori e quelli tradizionalmente propri del padronato più becero e arretrato. Berlusconi ha saputo imporre a un popolo di disoccupati e di affamati, bastonati a colpi di salari bassi, contratti a progetto e lavoro nero, i “valori” tipici delle società "liberali", all’interno delle quali le libertà e il benessere ci sono e sono tutti e solo per i "meritevoli". O meglio quelli che intende lui: gli altri si possono pure arrangiare.
Tutto ciò è stato però possibile perché il suo neoliberismo ha trovato non solo campo libero, ma il sostanziale e diretto sostegno dei partiti della “sinistra”, che a questa filosofia si sono convertiti.
La cartina tornasole di ciò è rappresentata dal tipo di “contrasto” e dagli argomenti su cui quest’opposizione si è concretizzata. “Opposizione” al soggetto Berlusconi e al suo governo. Non però delle sue politiche, in primo luogo in materia economica e sociale.
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