mercoledì 15 settembre 2010

L’ultima di Bonanni: scioperare nel tempo libero

“Finché perdurerà una situazione di crisi, via libera agli scioperi solo di sabato o di sera”. E’ l’ultima trovata del campione dei diritti dei lavoratori Bonanni, che per non far più perdere soldi ai lavoratori (cosi dice) afferma: “faremo (lo sciopero) solo di sabato o di sera, ma dipenderà dalla situazione”.
C’è da restare allibiti dalla rivoluzionaria proposta: scioperare a fabbriche e uffici chiusi, così i lavoratori che prendono salari da fame (per colpa di chi?) saranno contenti perché non saranno costretti a perdere altri soldi. Chissà come saranno infuriati gli imprenditori e la Confindustria per quest’originale e nuova forma di lotta! Certamente al primo sentore di uno sciopero di tale genere, che non arreca loro alcun danno, cederanno immediatamente agli scioperanti per la paura di subire danni irreparabili e inesistenti!
La realtà drammatica è, al di là di ogni sarcasmo, che proprio a costoro (Cgil, Cisl e Uil) è assegnato prevalentemente (speriamo per poco tempo ancora) il compito di rappresentare e tutelare i lavoratori. Nella realtà tutelano invece gli interessi delle aziende e dei padroni. Le affermazioni di Bonanni, lungi dal difendere gli stipendi di chi lavora, sono l'ennesimo assist in favore della produzione aziendale e il profitto dei padroni.
Lo sciopero è uno strumento di lotta sindacale che costa caro ai lavoratori (la perdita del salario per tutta la durata dell'iniziativa), considerati anche i bassi stipendi. Non vi si ricorre certo per capriccio, ma come ultima carta di pressione. Uno sciopero fatto ad impianti fermi però, se fa risparmiare i lavoratori, non arreca alcun "danno" e pressione all'impresa. Ed è quindi perfettamente inutile.
Bonanni non appare quindi soddisfatto “dell’accordo di Pomigliano” sottoscritto insieme ad Angeletti, con il quale già venivano create le condizioni per una pesante limitazione dell’unica (certamente costosa) arma che hanno i lavoratori per cercare di far valere i propri diritti e interessi: lo sciopero appunto. E tenta di dare a intendere che lo fa nel loro interesse.
Davanti a questa situazione, c’è da fare una sola cosa: togliere a questi “sindacalisti” la delega a rappresentare chi lavora e costruire poi istanze sindacali di base rafforzando quelle esistenti, per rilanciare una nuova stagione di iniziativa, di riscatto e riscossa degli sfruttati.

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