Alcuni esprimeranno lo sdegno che si conviene. Altri chiederanno timide spiegazioni. Gli Usa ci fanno già sapere che provano "rammarico". Molti gireranno come sempre lo sguardo. Poi occupanti e filo-tali racconteranno le solite storie rigirando una frittata ormai putrida, tacciando di antisemitismo chiunque chieda loro perché fanno strage di cooperanti internazionali. I media faziosi o irreggimentati a dovere impaneranno abbondantemente il tutto per far digerire il boccone a una comunità internazionale che sta marcendo. Come la sua coscienza. Presto ricorderemo le ricorrenze candelabrodovute cospargendoci il capo di cenere.
Di fronte all'ennesimo massacro contro la Palestina e la sua storia tutto questo non conta nulla. La sola cosa che importa sono questi morti. E l'unica consolazione possibile: il rifiuto dell'ingiustizia.
"Lo sai amore, io ancora non so
che cosa voglia dire uccidere un uomo,
gli porti via tutto quello che ha
le sue speranze e i suoi ricordi vivi"
(Il Teatro degli Orrori, "Refusenik")
(Refusenik è ispirata alle vicende degli obiettori di coscienza israeliani che rifiutano di imbracciare le armi in segno di protesta contro l'occupazione dei territori palestinesi).
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Caro Passeggero, posso assumerla personalmente?... Lei scrive da Dio!...
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