Su alcuni mezzi di comunicazione (pochi per l’esattezza) è comparso un seminascosto trafiletto riguardante la dichiarazione rilasciata dalla presidente della Confindustria Emma Marcegaglia nella quale, pur lamentandosi della crescita della spesa pubblica, dalla stessa definita spreco, concorda col Governo sulla necessità di tagli di spesa per regioni e comuni (meno servizi e più tasse per i cittadini) sempre per rimanere in tema di “rigore”. Il sostegno della “manager” è arrivato anche perché, oltre alla politica generale espressa nella “manovra” il Governo ha, dopo le proteste delle imprese, “eliminato una norma che ledeva i diritti dei contribuenti onesti”. I mancati ricavi determinati dall’eliminazione della norma sono compensati da una tassa sulle assicurazioni che interviene sulle riserve tecniche obbligatorie relative al ramo vita, che le compagnie di assicurazione naturalmente scaricheranno sui clienti.
Cosa succede con l'eliminazione della norma da parte del Governo? Viene annullata l’accelerazione dei tempi di riscossione da parte dell’erario, nei casi di contenzioso. Non più il termine di 150 giorni, immediatamente diventati 300 con un emendamento del relatore la “manovra”, per le sospensioni degli atti giudiziali e il pagamento dell’imposta dovuta; con la cancellazione della norma si torna alla sospensione degli atti giudiziali e della riscossione, da parte dell’erario, fino a sentenza di primo grado.
Il Governo da una parte taglia salari e tredicesime, blocca i contratti, taglia pensioni, servizi, blocca il turn over (la sostituzione dei lavoratori dimissionari), congela l’organico degli insegnanti di sostegno, aumenta pedaggi autostradali, inserisce un canone per i raccordi autostradali e pretende, pur se in dieci anni, che anche i terremotati dell’Aquila paghino le tasse. Allo stesso tempo concede alle imprese che abbiano o creino un contenzioso di non pagare alcun importo né per 150, né per 300 giorni, ma solo a sentenza di primo grado. Tutto questo se ci arriveranno mai. E c'è da scommettere che ora per loro sarà conveniente entrare in un contenzioso perché così rimanderanno di anni o non pagheranno probabilmente mai più.
Sara contento “quell’industriale contribuente onesto” cui è stata sequestrata una “barchetta” battente bandiera delle isole Cayman, per evasione fiscale sul gasolio utilizzato per le sue crociere, subito dissequestrato, che oggi potrà pagare più comodamente. Se lo farà mai. Il povero pendolare invece continuerà a pagare sull’unghia perché non si può permettere un contenzioso fiscale sul pieno di carburante dell’auto che usa per andare al lavoro. Se ce l’ha.
Il questo modo, ancora una volta, lo Stato nell’usare due pesi e due misure dimostra di essere debole con i forti e forte con i deboli.
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