lunedì 12 luglio 2010

La vera competitività? Meno milioni a Marchionne e una tuta da lavoro ai sindacati

Dopo aver incontrato nei giorni scorsi i sindacati (esclusa la Fiom) cui ha comunicato l’intenzione di riportare la produzione della Panda in Italia a Pomigliano, l’amministratore delegato della Fiat Marchionne ha inviato a ciascun lavoratore dello stabilimento una lettera in cui afferma: ”Le regole della competizione internazionale non le abbiamo scelte noi, possiamo scegliere se stare dentro o fuori dal gioco”. In sostanza Marchionne e la Fiat vogliono costruire un prodotto competitivo che costi poco e sia di qualità per sfidare i competitor del mercato utilitarie. Questa competizione è definita gioco.
La logica di Marchionne presuppone una sorta di ricatto per i lavoratori: o accettate i totem del mercato e della competitività o state senza lavoro. E, badate bene, questo è solo l’inizio!
Per far passare questo messaggio il coraggioso manager usa termini sportivi e addirittura cavallereschi, sia "competizione" che "sfida", tanto per richiamare dei concetti agonistici. Ai lavoratori Marchionne chiede di abbassare i costi di fabbricazione della Panda. Come? Rinunciando a diritti e salario e aumentando i ritmi e i turni di lavoro. I lavoratori, grazie a Cisl e Uil non si potranno sottrarre e, per non essere accusati dal fustigatore Marchionne ed essere all’altezza della “sfida competitiva”, hanno deciso di stringere un buco della cintura (e anche a quella di tutti i loro familiari), di respirare dieci volte di meno il minuto, di integrarsi con la macchina robot e di recarsi alla toilette a fine turno, dopo appena otto ore (tra un boccone e l’altro).
Marchionne potrebbe dare una mano e un esempio, rinunciando a qualche milione di euro. Nel 2009, infatti, per la sua carica ha percepito dalla Fiat la modesta cifra complessiva di 4,78 milioni di euro, non considerando il compenso per il ruolo di amministratore delegato della Chrysler che, in base agli accordi, nell'anno passato non è stato retribuito. Marchionne è titolare, inoltre, a fine 2009, anche di 19,42 milioni di stock option con un prezzo di esercizio medio di 9,64 euro ed esercitabili nel periodo compreso tra gennaio 2011 e gennaio 2016.
La Fiat stessa in ultima analisi potrebbe rinunciare a parte dei propri profitti. Cosa che invece non è per niente in discussione.
Così, tanto per dare un contributo alla sfida e alla competizione, i dirigenti Cisl e Uil, sempre pronti a sottoscrivere e rinunciare ai diritti (degli altri), potrebbero aiutare infilandosi una tuta e provando a lavorare in catena alle condizioni degli operai. Forse si renderebbero conto del capolavoro che hanno contribuito a realizzare.
La competitività di Marchionne e del sindacato: sfidare le altre case automobiliste a chi affama di più i lavoratori.

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