Ieri sull’Unità on line il segretario del Pd Bersani ha respinto le avance di Casini. Quest'ultimo era reduce da una cena riconciliatrice, con tanto di benedizione vaticana, per formare un “governo di responsabilità nazionale” con a capo Berlusconi e i partiti dell’Udc e del Pd. Bersani ha espresso la sua contrarietà a tale governo dichiarando: “Casini sa cosa pensiamo, il berlusconismo va chiuso perché ha fallito”. Una volta chiuso questo ciclo, le forze "responsabili" potranno dar vita a scenari di unità nazionale.
Il piatto è servito! Se non si trattasse delle dichiarazioni del primo dirigente del maggiore partito di “opposizione” in Parlamento, verrebbe addirittura da ridere. In che cosa consisterebbe il fallimento di Berlusconi? Questo Bersani non lo dice. Consiste forse nella situazione economica disastrosa in cui si trova l’Italia, o meglio parte dell’Italia? Con un’economia e un fisco che salvaguardano i ricchi e i potenti mentre affamano i lavoratori, privano del futuro i giovani e del presente pensionati e disoccupati aumentando l’ingiustizia e la discriminazione sociale. Bersani questo non lo spiega.
Se c’è chi ha fallito, Bersani potrebbe individuarlo guardandosi allo specchio. I sondaggi che periodicamente vengono elaborati per misurare il grado del consenso del Governo sono in caduta libera ma non cresce però il dato relativo all'”opposizione”, che non è capace di raccogliere consensi neanche in questa circostanza favorevole, perché non è individuata come alternativa a Berlusconi.
Una “opposizione“ che non si oppone, che favorisce una sperequativa distribuzione della ricchezza e della giustizia, che legittima e non contrasta l’attuale potere.
La riproposizione periodica di governi di “responsabilità o solidarietà o unità nazionale” di vecchia memoria, lungi dal risolvere i problemi dei discriminati, permette la riproposizione interclassista di una ricorrente politica di tagli e sacrifici a senso unico, in una logica di “superiorità” degli “interessi nazionali”. Che poi, chissà perché, sono sempre quelli dei ricchi e dei (pre)potenti.
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