sabato 19 giugno 2010

Marcegaglia e il "rigore" con la roba degli altri

Alcune prese di posizione e dichiarazioni fatte dalla Confindustria e dalla sua presidente Marcegaglia sugli “interventi economici” del Governo:
- Un provvedimento, quello adottato dall'esecutivo, che secondo gli industriali «traccia il ridimensionamento della spesa pubblica» che però «va reso strutturale». La leader confindustriale ha spiegato che «la via al risanamento deve essere il taglio delle spese» e questo perché «non si cresce con la spesa e il debito pubblico». (Tagli alle pensioni e agli stipendi dei dipendenti pubblici).
- «E’ arrivato il momento nel quale i politici italiani, dal Parlamento e giù giù sino all’ultima comunità montana, taglino i propri stipendi e le dotazioni per le loro segreterie e collaboratori, disboschino esenzioni e agevolazioni - ha esortato Marcegaglia - La sforbiciata data con la Finanziaria agli enti e ai costi della politica è sacrosanta ma è solo un buon inizio». (Tagli ai servizi forniti dagli enti locali).
- «Le rinunce devono essere fatte da tutti». (?)
- Un provvedimento, quello adottato dall'esecutivo, che secondo gli industriali «traccia il ridimensionamento della spesa pubblica» che però «va reso strutturale». La leader confindustriale ha spiegato che «la via al risanamento deve essere il taglio delle spese» e questo perché «non si cresce con la spesa e il debito pubblico». (I tagli non devono essere temporanei ma permanenti).
- Duro attacco al convegno dei giovani imprenditori: «Serve una classe dirigente che sappia prendere posizione».
- "Senza il rigore siamo un Paese spacciato. Ma senza crescita siamo un Paese morto".
- "La situazione" dell'Italia sotto il profilo economico-finanziario "è grave e seria" e la "manovra che ci è stata presentata a maggio non lascia spazio a dubbi" ma "sappiamo anche che i sacrifici non finiscono con la manovra" ha affermato il presidente. "Anche in economia la depressione è uno stato psicologico. Per questo siamo preoccupati, come imprenditori e come italiani, come giovani italiani". Ciò che è certo, sottolinea, è che "l'arte di arrangiarsi non basta più". (Ci saranno sempre per i redditi fissi nuovi tagli e nuove tasse).
- "Mai come in questo momento - ha aggiunto Guidi - ci vuole assoluto rigore nei conti pubblici, ma mai come in questo momento andrebbe messa in campo tutta la forza di quelle riforme che il Paese aspetta da anni, e che possono riaccendere la crescita: le liberalizzazioni, una riforma fiscale che anche a parità di saldi almeno razionalizzi gli adempimenti, un importante snellimento e semplificazione della pubblica amministrazione, proseguendo e rafforzando gli sforzi del ministro Brunetta".
- "Crediamo che un efficace complemento del federalismo fiscale potrebbe essere una provocazione culturale quale la revisione dei limiti che l'articolo 75 della Costituzione pone all'uso del referendum abrogativo e in particolare quello relativo alle leggi tributarie e di bilancio".
- Alle parole del suo predecessore alla presidenza della Confindustria, ha subito risposto l'attuale guida degli industriali italiani, Emma Marcegaglia: «Il nostro ring non è quello della politica, ma della sfida competitiva. Se avessi accolto la proposta che mi ha fatto il presidente Berlusconi di entrare al governo come ministro dello Sviluppo economico - ha proseguito Marcegaglia - avrei abdicato alla mia responsabilità. Ognuno deve fare il suo mestiere, troppi mestieri non vanno bene. Il mio è quello di fare il presidente di Confindustria. Pungoliamo fortemente la politica, facciamo proposte alla politica, ma questo non vuol dire che dobbiamo entrare sul ring della politica. Se altri fanno questa scelta, è una scelta politica».(Gli imprenditori non fanno politica: recitano poesie).
- «Dare le pagelle a Confindustria lo lascerei fare agli imprenditori, non lo farei fare ad un ministro. Noi rispettiamo i politici e loro devono rispettare gli imprenditori.
- La proposta europea di "tassa" sulle banche non piace a industriali e banchieri. La presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, si è detta «non molto d'accordo» sull'eventuale tassa perché potrebbe trasformarsi in maggiori costi per le imprese e i risparmiatori. «Noi non siamo molto d'accordo - ha detto Marcegaglia a margine di un incontro di Confindustria a Cremona - perché è come dire: ci sarà un'altra crisi, prepariamo già i soldi per poterla pagare». Una tassa sulle banche, secondo la leader di Confindustria «è molto facile che si trasformi in maggiori costi, commissioni per le imprese e i risparmiatori. Noi preferiamo la logica di nuove regole. Questa sembrerebbe una soluzione migliore» perché «più tasse sulle banche passano sempre alle imprese e ai risparmiatori».
Queste “dichiarazioni” economiche della Confindustria e dei suoi rappresentanti indicano molto bene che per loro “la morale e il rigore” che occorre utilizzare per “uscire dalla crisi” (ma loro ci sono mai entrati?) serve per operazioni che tocchino i redditi di tutti i cittadini escluso quelli dei risparmiatori e delle imprese. Cioè i loro!

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