Il Capo del Governo, nonché imprenditore e capitalista fra i più ricchi al mondo, ha partecipato alla riunione dei cosiddetti G20 che si è tenuta a Toronto. In quella sede è stata affrontata l’eventualità di concordare una forma impositiva per le banche: tra le ipotesi possibili l’attenzione si è concentrata su un’eventuale tassazione delle transazioni finanziarie o sull’eventuale introduzione di una tassa globale. Com’era prevedibile su entrambe le proposte non è stato raggiunto alcun accordo, quindi le banche e i “poveri” finanzieri possono dormire sonni tranquilli. Del resto il padronato nostrano, pur in perenne “sofferenza” per l’alto costo del denaro imposto dalle banche, per voce della Presidente della Confindustria si era già schierata contro l’eventuale introduzione di una tassa, perché questa si sarebbe scaricata su imprese e “risparmiatori”.
Nel nostro Paese l’unica categoria o classe sociale che non può "scaricare" proprio nulla, ma sulla quale però si "scarica" sempre tutto, sono i redditi fissi (lavoratori dipendenti e pensionati). Su costoro si scaglia il fisco, con un’imposizione diretta che non lascia scampo. Tutto questo attraverso il sostituto d’imposta il quale versa, quando lo fa, allo Stato l’Irpef dovuta (dal lavoratore o dal pensionato) senza farla nemmeno transitare nella busta paga. In quest’ultima sono visibili soltanto i numeri (ahinoi) delle somme trattenute. Per non parlare dell’imposizione indiretta che grava pesantemente sui redditi fissi, cui è pressoché negata la possibilità di rivalersi (aumentando i propri stipendi ad esempio) o di scaricare alcunché come fanno tutte le altre figure economiche.
Tornando da Toronto il Capo del Governo ha usato frasi che purtroppo conosciamo bene: ”La crisi è alle spalle, ma non significa che i sacrifici siano finiti”. Poi rivolto alle Regioni ha affermato: ”Tagliare è sempre difficile e doloroso, ma non si può andare avanti così a sprecare i soldi dei cittadini”. Infatti i servizi per i cittadini secondo i liberali - liberisti e padroni - rappresentano un costo improduttivo che determina il carico fiscale da tagliare. Tagli alle pensioni, alla sanità, alla scuola, alla ricerca, ecc. ecc. ecc. Su tutto ciò le Regioni, pur tra qualche protesta di rito, si stanno già attivando o con la chiusura di ospedali, per esempio, o con l’ennesimo aumento dell’Irpef che naturalmente pagheranno solo i redditi da busta paga.
Anche gli stipendi dei lavoratori sono troppo alti e non permettono alle “povere” aziende italiane di competere a livello globale. Per non parlare del costo, non solo economico, dei diritti dei lavoratori (come quello alla salute e allo sciopero) che possono determinare addirittura l’espatrio clandestino definitivo della Fiat in Polonia o in America su un qualche barcone perennemente in procinto di affondare.
Rigore, rigore e ancora rigore dunque: ci dobbiamo dimenticare gli sprechi di questi ultimi anni. Ci siamo abituati a un tenore e a uno stile di vita troppo alto per le nostre possibilità!
Chissà se Berlusconi dopo Toronto è andato ad affrontare la sua parte di rigore sulla nuova imbarcazione superlusso da 37 metri del figlio del costo di 18 milioni di euro. La “Custom Line 124”, così si chiama la “barchetta”, sostituirà la “Suegno”, l’altro yacht acquistato solo tre anni fa da Piersilvio. Il “Suegno” però non era un sogno per il rampollo della famiglia Berlusconi, perché poverino stava troppo stretto in 30 metri. Oppure Il nostro rigorista andrà a meditare in “buen retiro” nella sua villa Gernetto a Lesmo, una delle tante, di appena 350mila metri quadri.
Del resto Lui deve dare il buon esempio! Cribbio!
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bello! tutto di un fiato
RispondiEliminarigorosamente fantastico!
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