Moltheni è Umberto Giardini. Giovedì scorso il suo ultimo concerto a Roma, al Circolo degli Artisti. Poi il ritiro dalle scene. Dopo oltre dieci anni di attività lo stop nel luglio di quest'anno, con la fine del tour. Dieci anni di canzoni, di parole e melodie mai banali, lontane dalla musica standardizzata delle radio nazionali o dal supermarket dei reality. Uno stop per protestare contro tutto questo. E di fronte a un Paese rozzo nei confronti della cultura e nel suo insieme, alla fatica di dover essere artista e contabile allo stesso tempo, all'omologazione imperante, alla "fine della discografia italiana". Lo stop di Moltheni ma, speriamo, non della musica di Umberto Giardini.
"Ah, dimmelo ancora
che non è vero
che tutto adesso è così poco sincero
L'Italia che affonda,
l'Italia che galleggia sopra un'onda
in un mare di volgarità
L'Italia che da ciò che non occorre
L'Italia inquinata,
l'Italia che apparentemente reagisce
che poi finisce in un TG al tasto 4 del mio telecomando
L'Italia che urlando pare ce la faccia
puttana di un governo come carta straccia
che mi indispone e mi convince che non va bene
L'Italia degli sguardi
l'Italia dei partiti ingordi, che mangia tutto e non digerisce
l'Italia che impedisce a chi vuol fare
L'Italia in cancrena,
come befana incurvata in avanti con al schiena
divisa in due, proprio come noi due
L'Italia nei tuoi occhi
di ciò che provochi quando mi tocchi
quando non c'è da fare niente,
nell'immondizia del mio cuore, che come vedi,
non è apparente
nell'immondizia del mio cuore, che come vedi,
non è apparente
nell'immondizia del mio cuore, che come vedi,
non è apparente
nell'immondizia del mio cuore
Io sono l'Italia che muore,
l'Italia che muore"
(Moltheni, "Per carità di Stato")
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Bene bene, anzi no! Belle le sue parole mio caro Passeggero e belle le parole della canzone del Sig. Giardini... peccato però!
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